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Giangiorgio (1534-1607)
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Nasce a Biella nel 1534
Nel 1563 sposò Dorotea, figlia di Giacomo Bertodano conte di Tollegno e di Lucrezia Bobba. Dorotea morì nel 1595.

Adottato dall’avo materno nella famiglia Fieschi, con la successione alla signoria di Crevacuore, l’adozione non si verificò, sia per le contestazioni che l’avo aveva con i cugini di Giangiorgio, sia per l’opposizione dei propri fratelli Fieschi. Ebbe l’investitura feudale su Borriana e Beatino rispettivamente nel 1555 e nel 1561 e sulla signoria di Sandigliano nel 1603.
Nel 1556 fu inviato dai suoi concittadini a Parigi per prestare giuramento di fedeltà a re Enrico II che, continuando la guerra intrapresa dal padre Francesco I, aveva annesso al regno di Francia il Piemonte. Con la pace di Cateau-Cambresis nel 1559, Enrico II rinunciò ai suoi possedimenti in Italia e, restituito il Piemonte ai Savoia, il duca Emanuele Filiberto nominò Giangiorgio suo gentiluomo di camera. Fu rettore di Biella (ossia capo di magistrato, il titolo di Magnus Clavarius era stato soppresso) nel 1569, 1570, 1573, 1579, 1583 e 1593.
Morì il 7 giugno 1607.

Biografia trascritta e adattata dal testo originale: Pompeo Litta, “Storia delle famiglie celebri, voce sui Ferrero di Biella", Torino 1840.
 

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