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La riscoperta a Biella di un pittore umbro
di Alessandra Montanera
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L’unica testimonianza finora nota del passaggio biellese di Girolamo Marinelli era rappresentata

Se fino ad oggi la presenza di Mario Zuccaro «otrantinus» rappresentava il caso più noto e meglio studiato di un artista di formazione centroitaliana giunto a lavorare nel Biellese nei primissimi anni del Seicento, è ora possibile aggiungere alle vicende artistiche locali un interessante capitolo, immediatamente successivo, segnato dall’arrivo a Biella di Girolamo Marinelli, originario di Assisi.

da un’opera conservata presso la chiesa di Santa Marta di Sordevolo, in cui l’artista lasciava testimonianza di sé, firmandosi «Girolamo Marinelli romano pi[n]geba[t]» (fig. 1). Oggi, alla luce delle ricerche archivistiche da me condotte e incoraggiate dal “Centro Studi Generazioni e Luoghi Archivi Alberti La Marmora”, è stato possibile ricostruire la vicenda artistica biellese del Marinelli e il suo legame con la famiglia Ferrero, verosimilmente il tramite per il suo arrivo a Biella. Sarà dunque questa la sede per presentare, necessariamente nelle sue linee generali, i dati emersi ed una prima contestualizzazione critica degli stessi.

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I Ferrero, Cardinali a Roma
di Alessandra Montanera
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“Ed ecco cinque Cardinali di gran merito viventi in uno stesso secolo, e della medesima Famiglia, che non poco ornamento apportarono alla nostra Patria, la qual si gloria di avergli dati tra le sue mura i natali, e riconoscergli per illustri suoi Concittadini. Poche Città, e Famiglie tra le più rinomate potranno vantarsi di aver dati tanti Soggetti distinti, e della Cattolica Chiesa benemeriti”1. Così chiosava il Mullatera dopo aver riportato sintetiche note biografiche sui Cardinali Gio. Stefano, Bonifacio, Filiberto, Pietro Francesco e Guido Ferrero. Sono i figli e i nipoti di quel Sebastiano Ferrero che in meno di un secolo, forte di un’importante carriera diplomatica, prima presso la corte sabauda e poi a Milano sotto il dominio francese di Luigi XII, riuscì ad assicurare un agiato futuro alla propria discendenza, grazie a un’intelligente politica di matrimoni, di alleanze e a un’innata “destrezza negli affari”2. Per merito suo, i Ferrero potevano vantare, già all’inizio del XVI secolo, le proprietà di alcune case a Roma, nel tempo poi incrementate grazie all’iniziativa del Cardinale Guido Ferrero3. Ed è proprio attraverso la figura di quest’ultimo, passato alla storia come il “cardinale di Vercelli”, per aver rivestito la carica di Vescovo della città eusebiana, prima della nomina al porporato cardinalizio, che potrà essere restituita un’esauriente fotografia delle proprietà romane dei Ferrero a fine Cinquecento4.

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