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Tommaso (1826-1900)
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Marchese Ferrero della Marmora e Principe di Masserano

Tommaso nasce a Torino il 20 gennaio 1826.
Secondogenito e secondo dei figli maschi di Carlo Emanuele e Marianna Ferrero della Marmora


5007_TommasoFerreroDellaMarmora_copiaTommaso trascorre la prima parte della vita in una posizione di secondo piano, guardato con occhio critico dal parentado, soprattutto dagli zii generali che lo considerano un giovane scapestrato. Nel 1860 sposa Paolina Coardi di Bagnasco che morirà dodici anni più tardi, senza aver lasciato eredi; l’unico figlio della coppia, Amedeo, morirà appena nato. In quegli stessi anni muoiono scapoli e senza figli anche i due fratelli di Tommaso, Vittorio (1828-1859) e Guido (1830-1862), mettendo così la famiglia davanti al rischio concreto dell’estinzione. Nonostante i sedici figli partoriti dalla nonna di Tommaso, Raffaella Argentero di Bersezio, egli è rimasto l’unico erede maschio in grado di trasmettere il cognome e i titoli a esso legati: quello di marchese della Marmora e di principe di Masserano. La vedovanza di Tommaso e l’emergenza che questa apre, fa immediatamente puntare tutti gli occhi della famiglia, in particolare degli zii Alfonso e Edoardo, su di lui.
I suoi problemi con la gestione del patrimonio sono motivo di preoccupazione per gli zii: per debiti, Tommaso ha già venduto la dimora del Ciochero e il palazzo di via San Filippo a Torino e nonostante la sua amministrazione dei vigneti di Lessona abbia dato buoni frutti questo non basta per calmare le ansie degli zii. Edoardo, che ha avuto Tommaso al fianco nel lavoro di riordino degli archivi, e Alfonso decidono che è necessario trovare una nuova moglie per il nipote. La ricerca avviene nell’entourage della famiglia ma nessuna delle gentildonne vicine sembra adatta al compito. Dopo vari tentativi, gli zii si rendono conto che la soluzione si trova in famiglia; nel 1870 Edoardo e Alfonso procedono a combinare il matrimonio di Tommaso con la di lui nipote, Maria Luisa d’Harcourt. La ragazza ha venti anni meno dello zio ed è figlia della sorella di Tommaso, Albertina, e di Giuseppe d’Harcourt. Il matrimonio impone la richiesta di parecchie dispense religiose e civili ma alla fine viene celebrato il 7 marzo 1871. Da quel momento l’atteggiamento degli zii Edoardo e Alfonso nei confronti del nipote cambia e lo stesso Tommaso, sentendo su di sé la responsabilità di essere l’unica chance di sopravvivenza della famiglia, comincia a mettere la testa a posto.
Tommaso assume un ruolo importante nell’assistenza degli zii, prima di Edoardo e poi soprattutto di Alfonso di cui diventerà erede universale ed esecutore testamentario. Il legame tra Alfonso e Tommaso si fa più stretto negli ultimi anni di vita del generale; rimasto vedovo e gravemente malato, Alfonso viene accolto, nel 1870, nella casa torinese di Tommaso e Maria Luisa. Il nipote accompagnerà lo zio negli ultimi brevi viaggi fuori dall’Italia e sarà con lui a Firenze nel giorno della morte. Tommaso è inoltre impegnato, con la moglie, a seguire le opere benefiche che lo zio Alfonso finanzia negli ultimi anni di vita. In particolare la coppia segue la costruzione dell’acquedotto per il quartiere del Piazzo di Biella. Gli archivi ricordano come Tommaso presentò l’opera in corso al re Umberto I durante la visita di questi a Biella il 31 agosto 1880 e di come il sovrano lo nominò commendatore della Corona d’Italia pochi giorni dopo. All’ultimo principe di Masserano si deve invece la prosecuzione dell’opera di conservazione dell’archivio di famiglia e di valorizzazione del nome La Marmora. Muore a Torino a 74 anni il 21 novembre del 1900 e, portato a Biella in ferrovia, viene sepolto il 24 nella cripta di famiglia nella chiesa di San Sebastiano.

Nella foto: SCUOLA PIEMONTESE DEL XIX SECOLO - Tommaso Ferrero, Principe di Masserano e marchese della Marmora (1826 - 1900), fine sec XIX.  Olio su tela, cm 74 x 58. Biella, Archivi Alberti La Marmora.
 

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