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Celestino Ferrero della Marmora (1754-1805)
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(non raffigurato nel quadro di Ayres)
Marchese Ferrero della Marmora, consignore di Borriana, Beatino e Pralormo

Celestino Nasce a Torino il 7 luglio 1754.
Primo degli 11 figli di Ignazio Ferrero della Marmora e di Cristina San Martino d’Agliè e di San Germano, figlia del Marchese Giuseppe Gaetano San Martino d’Agliè e di San Germano e di Maria Cristina Ferrero di Masserano.

Nel 1786 sposa Raffaella, figlia di Nicola Amedeo Argentero marchese di Bersezio e di Luisa Morozzo, sorella del cardinale vescovo di Novara, e ne ha 16 figli.
Celestino Ferrero della Marmora è già deceduto da 23 anni quando nel 1828  Pietro Ayres  realizza il  dipinto che raffigura  sedici membri della sua famiglia: per questo non compare nel quadro.
Il marchese, nato a Torino nel 1754, segue fin da giovane la carriera di corte, entrando nel 1770 come secondo scudiere della principessa Clotilde di Francia, sorella di Luigi XVI di Francia e futura moglie di re Carlo Emanuele IV di Savoia.
Nel 1784 è nominato capitano del reggimento di Ivrea e nel 1787 diventa Primo scudiere della principessa.
Il legame tra Celestino Ferrero della Marmora e casa Savoia sarà sempre molto forte tanto che anche il figlio maschio primogenito verrà battezzato Carlo Emanuele in onore dei principi di Piemonte.  Il marchese Celestino accoglie con grande disappunto gli esiti della Rivoluzione francese e decide di ritirarsi a vita privata nel 1797, un anno dopo  la prima annessione del Piemonte alla Francia di Napoleone. Con l’intenzione di dare prova di continuità nel legame  di fedeltà con i Savoia, Celestino ottiene che un La Marmora accompagni la coppia reale nell’esilio:  questa missione viene affidata a Tommaso, suo  fratello minore celibe. Il marchese Celestino si rivolge allo zio materno, il balivo di Malta Raimondo di San Germano, per ottenere la nomina di Tommaso a Scudiere della Regina e l’incarico di accompagnarla in esilio. Il “sacrificio” del fratello, metterà Celestino e la sua famiglia in una posizione al riparo da compromissioni durante la dominazione francese e tornerà molto utile dopo la Restaurazione. Nonostante le sue posizioni critiche anti-francesi, Celestino però pensa al futuro dei figli e non esita a chiedere un posto per il primogenito Carlo Emanuele nell’esercito napoleonico.  
Muore a Torino il 30 agosto 1805 e in quella città viene sepolto. Nel 1830 la salma di Celestino Ferrero della Marmora, insieme ad altre, viene  trasferita dal cenotafio di Torino  alla  cripta  di famiglia presso la basilica di San Sebastiano a Biella.
 

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